Sulla maternità
Lia Cigarini
19 Ottobre 2022
Mi sembra di avere deciso molto presto, intorno ai tredici-quattordici anni, che non avrei mai voluto diventare madre. Da una parte, per quello che riguarda il corpo avevo le stesse sensazioni di Traudel, cioè una difficoltà proprio di accettare il corpo che si ingrossa, l’allattamento e, a un certo punto della gravidanza, di non poter cambiare idea. Dall’altra perché le mie eroine del passato, che più o meno avevano lottato per le donne, non avevano figli quasi tutte.
Poi mi sono messa, nel rapporto coi miei nipoti (quattro maschi), nella posizione della zia, che è ottima perché hai la crema dell’infanzia: li porti al cinema, parli con loro, eccetera e quel rapporto è stato splendido.
Sono invece molto convinta della relazione materna come simbolica. Mi ricordo che nel gruppo giuriste del Palazzo di Giustizia a un certo punto, mi sembra la giudice Laura Curcio, ha detto: «Allora per concludere i nostri discorsi si può dire che le nostre esperienze vanno a finire nella madre come fonte del diritto».
Luisa Muraro dice sempre che quella definizione l’ha spinta a scrivere L’ordine simbolico della madre.
Franca Chiaromonte e io abbiamo sottolineato nel numero 8 di Via Dogana cartaceo intitolato Il comunismo di cui non possiamo fare a meno, il fatto che Marx aveva detto che nel comunismo la società avrebbe dato a ciascuno secondo il suo bisogno, tuttavia i comunisti non hanno mai parlato dell’unica relazione esistente dall’inizio dell’umanità, cioè non hanno mai detto che è solo la madre che dà al bambino secondo il suo bisogno.
È impressionante questa cosa perché l’avevano sotto gli occhi tutti i giorni.
Io credo che questa cancellazione sia stata una tra altre delle ragioni della sconfitta del grande movimento marxista e operaio.
Penso sia necessario per ciascuna di noi (madri e non madri) chiedersi se questa relazione ha lasciato una traccia in noi tale da rilanciare in un contesto buio e depressivo una pratica politica capace di trasformare i rapporti di forza in rapporti liberi.