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Attraverso una raccolta di firme lanciata il 12 aprile scorso e attiva fino al prossimo 1° settembre, la Rete tedesca Ella (netzwerk-ella.de), «associazione indipendente di donne che sono state o sono coinvolte nella prostituzione», fondata per dar loro «una piattaforma e una voce», chiede l’abolizione della normativa che dal 2002 l’ha legalizzata come professione, l’adozione del “Modello Nordico” e di strumenti educativi, di contrasto e supporto adeguati. 

Consultabile on line al link https://www.openpetition.de/petition/online/germany-must-exit-nordic-model-now#petition-main (in tedesco e in inglese), la petizione – che ha raccolto finora più di 3500 firme – è accompagnata da un lungo testo che ne spiega motivazioni e obiettivi e da un apparato di note (dati e riferimenti), che riportiamo qui in parte.

«Noi, membri della rete Ella […] donne colpite dalla prostituzione e da altre forme di sfruttamento sessuale» scrivono le promotrici «insieme ai nostri alleati e sostenitori, chiediamo che la prostituzione venga abolita in quanto sistema di violenza, oppressione e sfruttamento specifico di genere che colpisce principalmente donne e ragazze. La Germania ha bisogno di una legislazione moderna che rispetti e garantisca i diritti umani e l’uguaglianza di genere: il Modello Nordico», o abolizionista, a cui, ricordano, fa riferimento anche la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo del 2024. 

«Negli ultimi 25 anni, almeno 119 donne sono morte violentemente [nel sistema di] prostituzione tedesco. Lo Stato è complice di tutto ciò, perché accetta i rischi per la vita […] delle prostitute, nonostante il dovere di proteggere i [loro] diritti fondamentali […]. La nostra conclusione, dopo 22 anni di legislazione liberale, è: la prostituzione distrugge le donne e produce vittime di violenza! Gli atti sessuali a pagamento sono l’esatto contrario della sessualità consensuale e paritaria. Ciò è confermato anche dal rapporto della relatrice speciale delle Nazioni Unite Reem Alsalem. […] La legge tedesca, tuttavia, definisce la prostituzione come un servizio sessuale e le prostitute come persone che lo forniscono. Sebbene le prostitute non possano rifiutare o revocare il loro consenso senza conseguenze negative, non è riconosciuta alcuna coercizione. In questo caso, lo stupro commercializzato è stato ribattezzato come un servizio tassabile. I trattamenti crudeli e degradanti sono legalizzati e pubblicizzati, persino con donne schiave. I centri per lo stupro sono stati sovvenzionati […] [e] le prostitute […] obbligate dai tribunali a pagare cifre elevate perché i clienti erano insoddisfatti del “servizio”. 

La Germania è diventata uno Stato pappone e trae profitto dal denaro sporco della prostituzione. La compravendita di sesso è normalizzata […]. La domanda è enorme: circa il 27% degli uomini ha pagato per fare sesso, e nella fascia d’età tra i 46 e i 55 anni la percentuale sale al 33,5%, cioè uno su tre. […]. Anche il turismo sessuale in Germania è in piena espansione, il che ha fatto guadagnare alla Repubblica Federale il titolo inglorioso di “bordello d’Europa”. Ciò che sta accadendo dal 2002 deve essere descritto come una violazione permanente della Costituzione. La Germania ha bisogno di una legislazione sulla prostituzione che sia in linea con la Convenzione sui diritti delle donne e la Convenzione di Istanbul. La Germania deve uscire […] dal sistema di prostituzione!». 

All’abolizione della legislazione attuale si affianca la richiesta di «introduzione e attuazione coerente di un approccio sistemico» basato su cinque assi/“pilastri”: supporto alle persone colpite […]; eliminazione di tutti i profitti che derivano dalla prostituzione e da altre forme di sfruttamento sessuale; programmi educativi rivolti alla società e alle scuole, e di sostegno alle organizzazioni che supportano le persone colpite; misure di prevenzione (tra cui la penalizzazione dei clienti, il contrasto a tutte le forme di violenza verso le donne/ragazze, le azioni per l’eliminazione di sessismo, povertà e discriminazione); un lavoro efficace da parte dei servizi statali (dalla formazione per le istituzioni/i sevizi coinvolti alla presenza di “persone di contatto”, in particolare di sesso femminile, al coinvolgimento delle organizzazioni delle vittime come esperti e consulenti…). 

Il Modello Nordico, sostiene la Rete Ella, «è attualmente l’unico […] in grado di eliminare le cause dello sfruttamento sessuale. Le soluzioni semplici non funzionano, quando si tratta di abolire un sistema di violenza e sfruttamento con un fatturato annuo stimato di 15 miliardi di euro. Questo obiettivo può essere raggiunto solo con un approccio sistemico: la garanzia di protezione e aiuto alle persone che si prostituiscono. L’educazione [che] porta a un ripensamento duraturo della società. [Il contrasto alla] domanda di prostituzione e [ai] profitti […] da parte di terzi. Il sistema della prostituzione non può esistere senza il denaro dei clienti».