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Abbiamo partecipato con grande interesse alla redazione allargata di Via Dogana 3, sul tema La prostituzione ci riguarda. Tutte e tutti (6 ottobre 2019).

Avevamo affrontato e discusso, in diverse occasioni, gli aspetti giuridici e le politiche in atto a livello internazionale sulla prostituzione, ora abbiamo avuto la spinta a ripartire ciascuna “da sé”, da noi, dal vissuto, per mettere a fuoco cosa ci tocca nel profondo e come ci interpella quest’esperienza, anche se non la viviamo in prima persona. Durante l’incontro è emerso con forza il tema dello stupro simbolico. La femminista Elizabeth Cady Stanton, a noi donne delle Comunità Cristiane di Base molto nota per aver scritto a fine Ottocento un saggio di esegesi biblica dal punto di vista femminile intitolato La bibbia delle donne, sosteneva che la società, così com’ era organizzata sotto il potere maschile, era un grande stupro del genere femminile.

Questa è una consapevolezza che abbiamo da tempo, Lia Cigarini nel 1995 in La politica del desiderio dedicò un capitolo a questo tema, ricordando che è necessario tener presente che, nonostante l’esistenza di leggi buone, è possibile che si riproducano rapporti di forza determinati e sfavorevoli alle donne se non si va alla radice di ciò che accade, trovando pratiche che pongano fine allo stupro simbolico.

Nella prostituzione siamo di fronte ad un duplice stupro: fisico e simbolico.

Il commercio del sesso è al centro di un dibattito molto acceso a livello internazionale, sia tra le femministe sia tra le e gli attivisti per i diritti umani. E anche la sinistra – abbiamo visto in Italia le posizioni della CGIL – oscilla tra pro-sex-work e abolizionismo. Per questo motivo alcune donne hanno restituito la tessera sindacale e dato le dimissioni dalla rappresentanza. Tra noi due Doranna, delegata sindacale nella Cgil Comunicazione, vive con sofferenza questa contraddizione perché sente che riconoscere la prostituzione come un lavoro qualsiasi mette in discussione il senso stesso del lavoro, come spiega Luciana Tavernini,e non consente alcun margine di trasformazione radicale nel rapporto tra i sessi.

Ciò che c’è di nuovo è che molte donne che hanno vissuto la prostituzione in prima persona hanno preso la parola, hanno scritto libri importanti in cui analizzano politicamente il loro vissuto, dando vita a un movimento globale che sta portando avanti una battaglia per l’abolizione della prostituzione, partendo dal presupposto che la compravendita dei corpi non sia lecita, che sia equiparabile a una forma di schiavitù e che, come la schiavitù, vada abolita.

Hanno reso manifesta un tipo di sessualità maschile spesso violenta e immiserita dallo scambio sesso/denaro, svelando che il corpo non è una cosa che una donna possiede ma la costituisce.

Non si tratta dunque di rendere disponibili alla compravendita qualcosa di separabile da sé se non attraverso la dissociazione. La schiavitù di donne e bambine sul mercato, oltre ad essere stupro a pagamento, come ci spiega nel suo libro Rachel Moran uscita dal mercato prostituente e ora attivista abolizionista, rappresentano uno stupro simbolico che tocca tutte le donne, perché offendendo i loro corpi si offendono le donne nella loro interezza. Finché questo sarà possibile, nelle relazioni tra i sessi mancherà l’equilibrio necessario per l’affermarsi di una sessualità relazionale, libera e gioiosa espressione del desiderio tra uomini e donne e si immiserisce il desiderio e l’espressione di sé maschile. Le nuove narrazioni femminili hanno dato parole nuove e forza anche a chi, come noi due, non ha vissuto quest’esperienza, per parlarne pubblicamente e trovare le connessioni con i nostri vissuti.

Non crediamo di poter guarire le ferite delle donne e bambine alle quali è stato inflitto lo stupro fisico, ma possiamo, grazie al loro coraggio e alle loro parole che dicono la verità su quest’esperienza, lottare insieme per porre fine allo stupro materiale e simbolico della prostituzione, un’istituzione maschile patriarcale, consolidata dal capitalismo, per accedere ai corpi delle donne attraverso il denaro.

Per noi lottare insieme ha significato prima di tutto far rete con le associazioni che sul nostro territorio si occupano di violenza degli uomini contro le donne, sia per quanto riguarda l’accoglienza e l’accompagnamento delle donne che la subiscono sia per quanto riguarda i centri di ascolto del disagio maschile dove vengono accolti gli uomini maltrattanti. La nostra assessora Francesca Costarelli ha avuto l’intuizione di creare un tavolo con tutte queste associazioni per dar vita a eventi significativi che affrontino il problema sia sul piano materiale che su quello simbolico, nel senso che questo tipo di violenza è strutturale ed è quindi necessario andare alle radici di ciò che accade per comprendere a fondo da quali meccanismi sono determinati i fatti.

Per un problema strutturale servono soluzioni strutturali. Non basta quindi parlarne tra donne, occorre che anche gli uomini ne parlino. Mentre in passato non era possibile perché gli uomini negavano, ora, grazie alla presa di parola pubblica delle donne, è il momento in cui si può avere un’interlocuzione vera e, ritenendolo importante, noi ci siamo messe in dialogo con gli uomini.

Dopo l’incontro del 15 marzo scorso a Pinerolo, realizzato nell’ambito di IO LOTTO SEMPRE, a cui erano state invitate Grazia Villa e Luciana Tavernini, che con Daniela Danna e Silvia Niccolai hanno scritto il libro Né sesso, né lavoro. Politiche sulla prostituzione, noi due che facciamo parte del Gruppo Donne della Comunità Cristiana di Base Viottoli abbiamo chiesto a Beppe Pavan fondatore del gruppo Uomini in cammino: “Ma tu cosa ne pensi? Cosa è già emerso dal vostro confronto su questi temi? A che punto siete?” Da queste domande dirette e urgentiha preso avvio la costruzione di un incontro congiunto di riflessione e di scambio di pensieri e parole tra uomini e donne, a partire dalla propria differenza sessuale, che si è tenuto il 26 ottobre, patrocinato dal comune di Pinerolo e organizzato dalle donne della CdB Associazione Viottoli insieme ad Associazioni che si prendono cura delle donne che subiscono violenza da parte degli uomini, con i Gruppi di Uomini in cammino e l’Associazione nazionale Maschile Plurale, sul tema: Prostituzione: domanda e offerta o stupro a pagamento? Hanno introdotto l’incontro Grazia Villa su “La prostituzione: né sesso né lavoro” e Alberto Leiss con Gianluca Giraudo (Maschile Plurale) su “Desiderio, corpo, violenza. Un’autoriflessione maschile”, tema su cui a Roma gli uomini hanno lavorato nei mesi scorsi. All’incontro hanno partecipato anche uomini di alcuni gruppi del Nord (Verona, Monza-Brianza, Torino, Val Pellice) e, il giorno seguente, hanno continuato tra loro lo scambio di riflessioni sulla sessualità maschile.

Tra un intervento e l’altro sono state lette pagine tratte dal libro I girasoli di Liliam, un testo nato dalla relazione tra Teresa Canone, psicoterapeuta dell’associazione ANLIB, con Liliam Altuntas che dall’età di sei anni è stata schiava sessuale nel mercato della pedofilia in Brasile e poi esportata nei bordelli in Germania. Una storia fortissima e vera a cui Teresa ha dato ascolto creando, in una scrittura a due, la narrazione che tanto premeva a Liliam soprattutto per l’esigenza di onorare la memoria delle sue piccole compagne – e piccoli compagni – uccise prima di diventare adulte, nella speranza di porre fine a tanto orrore. Liliam che per motivi familiari non ha potuto partecipare all’incontro, ha inviato un accorato messaggio in cui esprimeva la sua felicità per il fatto che ci siano donne che si muovono, approfondiscono e lottano, mettendoci la faccia, con il desiderio di cambiare le cose insieme. La sua testimonianza e vicinanza, la relazione tra lei e Teresa hanno rafforzato il nostro desiderio di dire ciò che abbiamo sempre pensato e la sofferenza che abbiamo provato incontrando per le strade donne prostituite senza mai riuscire a fare qualcosa. La potenza dello stupro simbolico sta proprio nella capacità di creare barriere attraverso preconcetti e luoghi comuni, in questo caso soprattutto quello che sostiene che la prostituzione sia il mestiere più antico del mondo, legittimando la sessualità maschile come necessità primaria.

Durante l’incontro, molto partecipato, per la prima volta abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci pubblicamente con uomini che hanno preso parola, rompendo il silenzio. Crediamo abbia funzionato la presenza di due relatori che hanno esplicitato liberamente il loro disagio parlando apertamente della loro chiusura emotiva, della loro rimozione del corpo, della sessualizzazione delle donne nel tra uomini e della loro visione agonistica della sessualità, dell’asimmetria tra desiderio maschile e desiderio femminile e dell’incapacità vissuta e sofferta di comprendere qualcosa del desiderio femminile, nello stesso tempo la loro attrazione nei confronti di donne  innamorate della propria libertà. In un contesto misto questa doppia presenza li ha incoraggiati e spalleggiati nell’espressione di sé. Nello stesso tempo anche le donne hanno avuto modo di interloquire apertamente partendo da sé, dal proprio desiderio e dalla propria esperienza che parla di presenza dell’essere al di fuori della genitalità, dell’energia, anche sessuale, che si sprigiona solo nella relazione, di trovare modi per scardinare il silenzio maschile che non pongano la donna in una posizione assistenzialistica e, per quanto riguarda la sessualità dei disabili, saper gestire l’assenza poiché non tutto ci è dovuto. Siamo rimaste sorprese di quanto su questo tema, ancora oscuro per molti uomini e anche per qualche donna, pochissimi abbiano colto il nesso tra prostituzione e violenza, tenendo distinte le due cose. Questo conferma l’importanza del percorso che abbiamo fatto e che ha fatto diventare il tema della prostituzione uno svelamento dei meccanismi che stanno alle radici del patriarcato.

Non dimentichiamo inoltre che anche (e soprattutto) le istituzioni religiose sono portatrici di stupro simbolico in quanto promuovono modelli patriarcali di relazione tra i sessi e li radicano nel trascendente e nel naturale.

Il prossimo incontro in programma a Pinerolo sarà il 15 novembre con Paola Cavallari che presenterà l’Osservatorio Interreligioso sulle violenze contro le donne.


Nota bibliografica:

Cigarini Lia (1995), La politica del desiderio, Pratiche Editrice. Pag. 84 Lo stupro simbolico.

Moran, Rachel. (2017), Stupro a pagamento: la verità sulla prostituzione, Round Robin.

Danna Daniela/ Niccolai Silvia/ Tavernini Luciana/ Villa Grazia. (2019), Né sesso, né lavoro. Politiche sulla prostituzione, VandA.epublishing. Pag. 193 Tavernini L. La battaglia attuale sul senso del lavoro.

Canone Teresa Giulia (2019), I girasoli di Liliam. Da bambina schiava sessuale in Brasile al grande sogno realizzato in Italia, Fefe Editore.