Parlar bene delle donne. Adesso
Giordana Masotto
27 Maggio 2018
Parlar bene delle donne non vuol dire parlar bene delle donne: per carità di patria, per partito preso, per non sparare sulla croce rossa. Perché è trendy e anche mainstream. Per comodità, mancanza di coraggio o di lucidità.
Parli bene quando vuoi aprire uno spazio in cui dai all’altra la possibilità di sperimentarsi, sperimentare. Parli bene se vuoi vedere la potenzialità di essere nell’altra donna. Se ne sei curiosa e ci credi. Se credi che il futuro lo possiamo generare e riconosci nell’altra la possibilità di generare futuro. È questo il parlar bene. Come è stato osservato, è proprio questo che amiamo nella letteratura e nel cinema delle donne. Lì vediamo all’opera la forza illuminante del parlar bene delle donne: lì la parola e lo sguardo hanno il potere di cambiare la storia. Possiamo imparare, almeno un po’.
Sospendere il giudizio non vuol dire non vedere quel che non ti piace, non pensare a quello che non accetti, mandare giù rospi. Sospensione del giudizio vuol dire fare un passo indietro per creare lo spazio sufficiente per agire il conflitto. Il conflitto infatti, a differenza della guerra di annientamento, è relazione. Dunque è possibile quando ci si dà spazio tempo e condizioni per dire, ascoltare ed essere ascoltate, contrattare. Possiamo accontentarci del puro giudizio quando non vogliamo entrare nella relazione conflittuale. Se riteniamo che non ne valga la pena.
Tutto questo non vuol dire essere accomodanti. Possiamo esercitare giudizio lucido e pensiero libero sui fatti ma mantenere la nostra fiducia nelle donne come soggetti politici. Non è facile, ma questo è il lavoro politico. Non è obbligatorio farlo. Ma è importante affinare questa capacità di giudizio che può tornare molto utile. Una discriminante che ci serve per capire come parlano le donne. Parlano bene se fanno emergere nelle altre quella potenzialità di essere; se valorizzano e non restano confinate nella posizione delle vittime, cioè di oggetto del discorso. Se non trasformano le donne in un puro argomento nella parola di altri. Questa è una bella discriminante. Parlare ribadendo la posizione di vittima, senza capire che cosa accade alle donne, non è parlar bene delle donne. Il manifestarsi pubblico di relazioni politiche tra donne è esattamente il contrario della posizione della vittima.
Io credo che sia un buon momento per parlar bene delle donne.