Mary Anning, la madre della paleontologia moderna
Silvia Gambarini, Luca Alberini
10 Novembre 2025
da Prisma
Nel panorama delle anteprime cinematografiche dedicate alla scienza (cui Prisma dedica sul cartaceo la rubrica “Cinema” a cura di Fabio Mantegazza), Mary Anning, chasseuse de fossiles [‘Mary Anning, cacciatrice di fossili’, Ndt], primo lungometraggio animato del regista svizzero Marcel Barelli, segna un momento speciale. Presentato in anteprima italiana durante il festival “Piccolo Grande Cinema” della Cineteca di Milano, grazie alla collaborazione con Wanted Cinema, il film è una coproduzione internazionale che coinvolge Svizzera, Belgio e Italia e si propone di restituire visibilità a una figura chiave della storia della paleontologia: Mary Anning.
Una storia vera, raccontata con poesia visiva
Ambientato nella prima metà dell’Ottocento, il film segue la giovane Mary, dodicenne curiosa e tenace, che esplora le coste inglesi alla ricerca di fossili. Spinta dal desiderio di decifrare un misterioso disegno lasciatole dal padre, Mary intraprende un viaggio che la porterà a scoprire il primo grande fossile di rettile marino della storia. Una scoperta che cambierà per sempre il modo in cui la scienza guarda al passato geologico della Terra.
Un’oretta assolutamente piacevole in cui si affrontano temi come la povertà, i pregiudizi di genere e l’influenza della chiesa sulla scienza, ma soprattutto resta impressa la determinazione di questa ragazzina e la sua curiosità, che la portano a non credere e ad opporsi a chi le diceva che doveva solo stare zitta.
Il suo desiderio di emancipazione e l’ostinazione nel non accettare idee preconcette – tra l’altro senza il fondamentale sostegno paterno e una buona rendita economica, come nel caso dell’istitutrice che aiuta Mary – sono visti come strani e da “prendere in giro”.
Chi era Mary Anning?
Nata il 21 maggio 1799 nella località costiera di Lyme Regis, in Inghilterra, Mary Anning apparteneva a una povera famiglia protestante e fu una delle più importanti raccoglitrici di fossili del XIX secolo.
Fin da piccola accompagnava il padre Richard, falegname, nelle lunghe passeggiate lungo le ripide scogliere di Lyme Regis dove raccoglievano fossili per venderli ai turisti. Dopo la morte di Richard, nel 1810, la famiglia si trovò a vivere di carità così Mary e suo fratello Joseph non ricevettero un’istruzione adeguata. I due ragazzi continuarono però l’attività che svolgevano col padre e nel 1811 scoprirono parte dello scheletro di un ittiosauro, un rettile marino preistorico.
Nel 1818 Mary attirò l’attenzione di un facoltoso collezionista di fossili di nome Thomas Birch, a cui vendette un altro scheletro completo di ittiosauro. Birch organizzò un’asta di fossili e i ricavi andarono alla famiglia Anning. Questo permise a Mary di guadagnare un minimo di notorietà nella comunità geologica e di potersi dedicare con maggior tranquillità economica alla ricerca di fossili. Molti scienziati però ignorarono totalmente i suoi contributi a questi ritrovamenti e la giovane fu relegata ai margini del mondo accademico. Nel 1823 trovò lo scheletro completo di un plesiosauro, suscitando l’interesse della comunità scientifica internazionale.
Nel 1826 Mary guadagnò abbastanza per comprare una casa con una vetrina per il suo negozio di fossili, che chiamò “Emporio di fossili Anning”. Poco dopo, nel 1828, trovò un magnifico esemplare di pterosauro, un rettile volante vissuto per quasi tutto il mesozoico. Scoprì poi altre specie di pesci estinte insieme al paleontologo William Buckland, uno dei pochi scienziati che avrebbe citato Mary come loro scopritrice, ma malgrado le sue numerose scoperte, la curiosità scientifica e la tenacia, fu sempre considerata un’intrusa dalla comunità scientifica. Contro di lei giocava la sua condizione di donna povera e di classe lavoratrice sebbene Mary sapesse di fossili più della maggior parte dei paleontologi maschi della sua epoca.
Con gli anni la salute di Mary peggiorò rapidamente e il suo lavoro rallentò e nel marzo 1847 morì di cancro al seno. Fortunatamente nel 2010 Mary Anning è stata riconosciuta dalla Royal Society come una delle dieci scienziate britanniche più influenti della storia. In occasione del suo duecentoventitreesimo anniversario di nascita, a Lymes Regis sarà oggi scoperta una statua in suo onore.
Scienza, storia e inclusione
Il regista Marcel Barelli prova a raccontare in questo film la storia di Mary Anning, in particolare la sua giovinezza, per sottolineare il coraggio e la determinazione di una bambina che, nonostante le barriere sociali e di genere, ha saputo imporsi come pioniera in un campo dominato dagli uomini. Il film è quindi un potente strumento educativo che invita a riflettere sul ruolo delle donne nella scienza e sulla necessità di riscoprire figure storiche dimenticate.
Mary Anning, chasseuse de fossiles si rivolge a un pubblico ampio: dagli appassionati di paleontologia agli educatori, dai giovani studenti (anche molto giovani) ai ricercatori. La sua forza sta nella capacità di coniugare rigore storico e accessibilità narrativa, offrendo una porta d’ingresso emozionante alla storia della scienza. La versione italiana, doppiata con attenzione, rende l’opera fruibile anche per le scuole e gli eventi divulgativi.
Da non perdere
La proiezione in anteprima italiana rappresenta un’occasione per chi crede nella scienza come racconto umano e inclusivo. Un film che celebra la curiosità, la resilienza e la passione per la conoscenza – valori che ogni comunità scientifica dovrebbe promuovere.