Manifesto contro la normalizzazione gay
Alain Naze
15 Giugno 2018
di Alain Naze
Alain Naze, Manifeste contre la normalisation gay, Editions La Fabrique, 2017
Non si tratta di chiedersi, semplicemente, perché i gay vanno a destra. L’autore respinge in partenza una simile impostazione, perché confonde il sintomo e il male reale. Se le idee islamofobe e razziste hanno potuto insinuarsi nella “comunità omosessuale”, ciò si deve a un problema ben più strutturale: la normalizzazione, voluta dagli interessati non meno che promossa dallo Stato, di tutta una parte delle persone gay e lesbiche. Il passaggio decisivo si è avuto con la consacrazione del “matrimonio per tutti”, presentato come una rivendicazione vittoriosa e un traguardo di lunga data.
Alain Naze ci ricorda che, già con l’ottenimento dei Patti di convivenza civile, i movimenti dei gay e delle lesbiche avevano fatto un passo indietro rispetto alle esigenze di un Contratto d’unione civile dalle prerogative ben più ampie della semplice coppia in situazione coniugale. Quello che è in gioco con la lotta omosessuale, e questo fin dagli anni 1970, è proprio la possibilità di altri modi di vita, altre pratiche amorose, affettive, amicali, da quelle proposte dal modello eterosessuale e borghese.
Focalizzandosi sulla rivendicazione del matrimonio, i movimenti di gay e lesbiche hanno in parte rinunciato a questo potenziale sovversivo, per ottenere la tolleranza, cioè l’indifferenza, della società eterosessuale dominante.
Tracciando questo consuntivo, l’autore ci invita contemporaneamente a reimmaginare altre possibilità, a ritrovare lo slancio utopico di Guy Hocquenghem, del Fronte omosessuale di azione rivoluzionaria (FHAR).
(Traduzione dal francese, www.libreriadelledonne.it, 15 giugno 2018)