La Libreria delle donne di Milano compie cinquant’anni
Franca Fortunato
1 Febbraio 2025
Da Il Quotidiano del Sud, rubrica “Io Donna”
Il 15 ottobre 1975 a Milano, in via Dogana, nasceva la Libreria delle donne per iniziativa di femministe della differenza sessuale, spinte dal desiderio di farne “un centro di raccolta e di vendita di opere di donne” e “un laboratorio di pratica politica”, fondata sulle relazioni tra donne. Una storia lunga 50 anni, che ha fatto della Libreria un punto di riferimento per il femminismo italiano e internazionale. Intenso è il programma per festeggiare la ricorrenza lungo tutto l’anno con incontri, dibattiti, convegni in Libreria, in città e all’estero e una grande festa a ottobre. Programma presentato, sabato scorso, in conferenza stampa, a cui ho partecipato anch’io, da Giordana Masotto, una delle fondatrici, Laura Colombo, giovane arrivata alla fine dello scorso millennio, e Giorgia Basch, ventenne, arrivata per ultima. Tre donne, tre “punti di vista diversi” che, a partire da sé, hanno raccontato le “tre età della Libreria” e di come le iniziative programmate si accompagnino alla pratica politica di “rinnovare insieme la ricerca, capire chi siamo, ripercorrere il già passato per capire meglio, per reinventare, anche il nostro andare avanti”. Pensare agli inizi, come ha fatto Masotto, è pensare a Milano degli anni ’70, al “fervore intensissimo” che veniva dalla pratica dell’autocoscienza dei piccoli gruppi di sole donne che si ritrovavano nelle case per parlarsi, rompendo “il concetto di privato” e abbattendo “i muri delle case”. Tante erano le relazioni con donne che “lavoravano, pensavano, si incontravano altrove” tra cui le femministe francesi di Politique et psychanalyse dal cui esempio le milanesi trassero l’idea di aprire la libreria con la differenza di scegliere di vendere libri scritti solo da donne. “Significare la scrittura delle donne voleva dire creare nuovi paradigmi, creare genealogie, che prima non esistevano. Selezionando, dando voce, corpo, spazio al pensiero, alla scrittura delle donne abbiamo fatto un gesto di rottura. Vendere libri solo di donne era una bomba nel mondo editoriale e della distribuzione”, mondo che poi è diventato preparatissimo nel proporre libri di donne, segno che “quando si fanno gesti forti e affermativi con autorevolezza il panorama cambia”. Aprire la Libreria era un evento eccitante e Masotto si è licenziata dal lavoro, è diventata la prima libraia a tempo pieno e altre, ieri come oggi, si sceglievano a turno in che orari potevano andare. “La Libreria, scrissero nel manifesto di apertura, è un negozio, si apre sulla strada, chiunque può entrarvi, è stata fatta per le donne da alcune donne (…). Abbiamo voluto fare incontrare nello stesso luogo l’espressione della creatività di alcune con la volontà di liberazione di tutte.” Guardare il passato e il presente in una donna come Masotto non può non suscitare gratitudine. Gratitudine per le donne con cui ha “fatto tutte le cose che individualmente non si possono fare”, gratitudine per le “nuove generazioni perché (…) quando guardano e hanno curiosità e interesse per quello che noi abbiamo fatto, lo rivivono, lo rimettono in corso col loro punto di vista, lo rigenerano”. L’arrivo di Laura Colombo, insieme ad altre, porta la rete, si crea il Sito della Libreria, “una scommessa riuscita”, torna la rivista Via Dogana, la terza, non più cartacea ma online. Le redazioni sono luoghi di pratica politica tra donne di generazioni diverse e tra donne e uomini. In quella di Via Dogana3 c’è Giorgia Baschirotto che arriva in Libreria spinta dal “bisogno di pensare insieme e capire cosa il femminismo potesse rappresentare” per la sua generazione e “come avrebbe potuto rivoluzionare” la loro “vita”. E così, la storia della Libreria continua, storia di donne, di pensiero e di pratiche politiche per donne e uomini. Un grazie e tanti Auguri.