Il silenzio e le parole delle donne
Marisa Guarneri
25 Gennaio 2018
Le donne che hanno subito molestie, abusi, violenza sessuale stanno parlando in tutti gli ambiti possibili. In questi giorni ho pensato ai tanti silenzi che mi sono trovata davanti, alle tante donne chiuse da un macigno di regole, doveri, segreti, patti fatti con gli uomini e la società.
Solo attraverso una lenta e attenta relazione con un’altra donna questo muro di silenzio si è cominciato a scheggiare, si sono aperte feritoie in un racconto prima blindato. Il tempo è stato quello possibile, quello necessario, quello opportuno.
In questo ascolto anche io sono cambiata.
Non correvo più alla soluzione, strumenti, progetti (sempre indispensabili), ma davo attenzione ai non detti, alle allusioni, alle sfumature, ai toni della voce e agli occhi, molto agli occhi.
Da questo scambio profondo nasceva una legittimazione al fare, all’interrompere la violenza, a darsi credito. Come una ragnatela questo metodo basato sulla pratica di relazione ha invaso in modo progressivo il mondo, dal nord al sud, da una donna all’altra.
Non mi sono meravigliata per le manifestazioni di donne americane contro Trump, non mi sono meravigliata per le manifestazioni di NonUnaDiMeno in tutto il mondo a partire dalla lotta contro i femminicidi. Donne di tutte le età unite contro la violenza, con obiettivi comuni anche se con pratiche diverse. A volte con convinzioni diverse.
Come mai tutto questo accade contro la violenza, proprio contro la violenza. A mio parere perché nella relazione uomo-donna la violenza è molto presente e si rispecchia e si rinforza nella violenza del contesto in cui avviene. Ha a che fare con il potere e con le regole che tengono ancora in piedi questo traballante mondo.
Questa ragnatela, sempre più in crescita, di forza e libertà femminile ha avuto grande vantaggio dal ME-Too, pratica che dichiara a viva voce ciò che si è subito. Ma chi lo denuncia è chi l’ha subito, non altre a sostegno e in rappresentanza. Questa è la forza del momento, parlare della propria diretta esperienza, senza vittimismo, ma con i tempi scelti e pensati dalla donna stessa. Questo ha cambiato il quadro, non lotte per altre, ma lotta per sé, con coraggio e correndo i rischi che la libertà femminile può anche dare.
Essere protagoniste della propria storia, essere al centro. Le parole con cui le donne hanno cominciato tanti anni fa.
Introduzione all’incontro di Via Dogana 3 Parlano le donne parlano, del 14 gennaio 2018