Il partire da sé è verità soggettiva
Mira Furlani
22 Marzo 2024
Prima di partecipare via zoom a questo incontro di VD3 sul tema “La scommessa del partire da sé” sono andata a rivedere l’incontro in dialogo con Luisa Muraro svoltosi all’Alveare di Lecce il 7 marzo 2021 dal titolo Scommettere, rischiare investire sulla differenza sessuale.
Mi ricordavo quell’incontro perché a un certo punto Luisa Muraro si è soffermata sul discorso dell’autenticità femminile di cui parlava Carla Lonzi e che lei, Luisa, invece di autenticità chiama “verità soggettiva”.
La verità soggettiva come io l’intendo non è solo narrazione. Laura Minguzzi nel suo intervento ha parlato di nodo interiore da sciogliere; io invece percepisco la verità soggettiva come un andare a toccare la realtà che ci circonda e le relazioni in cui siamo immerse. Fare ciò comporta grossi rischi. Uno di questi è quello di esporsi, vale a dire esporre sé stesse agli attacchi di coloro che hanno fatto narrazioni e valutazioni diverse dalle nostre. La narrazione di per sé non è un esporsi, è un esporre più che un esporsi. Spesso è un esporre mosso da interessi personali, oppure sono visioni che si fanno passare per verità oggettive.
Io ho sperimentato cosa vuol dire scrivere un libro partendo da sé, cioè partendo dalla propria verità soggettiva. Quello che ho scritto aspettava di essere detto da più di quarant’anni, ma tacevo perché mi mancava il pensiero che poteva dare reale significato e valore alle mie parole. Questo pensiero, come potete immaginare, era il senso libero della differenza sessuale che Luisa Muraro mi ha trasmesso con i suoi scritti e con la sua amicizia, dandomi forza e coraggio.
Quando feci mio il pensiero della differenza sessuale davanti a me si aprì un mondo nuovo in cui mi ritrovavo e potevo stare. Finalmente potevo scrivere quello che sentivo in quanto donna e mi urgeva dentro come soggetto pensante. E come tale mi sono esposta. Non mi aspettavo lodi, ma neppure le reazioni cattive e il rifiuto al confronto con l’abbandono da parte di coloro che nella Comunità di base dell’Isolotto (Firenze) amavo di più. All’Isolotto fui isolata, rimasi sola.
In quel momento sperimentai in concreto quello che significava il partire da sé, dalla propria verità soggettiva.
Spiego meglio. Dalla comunità cristiana di base dell’Isolotto mi è stato subito rimproverato di aver scritto una delle tante narrazioni possibili sulla vicenda sociale/politica/religiosa di quel quartiere di Firenze. Cioè si è liquidata la mia narrazione come una delle tante possibili, cancellando così la verità soggettiva come qualcosa di relativo, non valido per tutte e tutti.
Bollare la verità soggettiva come discorso relativo serve soprattutto alla cultura neutra per cancellare l’esperienza femminile e disconoscere le cose che noi donne riteniamo importanti e che sappiamo hanno valore simbolico e politico per entrambi i sessi.
Negli anni ’70 nei gruppi di autocoscienza abbiamo eliminato la separazione netta tra personale e politico. Luisa Muraro nella presentazione del mio libro il 4 marzo 2017 alla Libreria delle donne di Milano, ha parlato di “rivolta nella rivolta”. Ha detto che anche in una stagione rivoluzionaria è possibile “scartare” percorsi femminili di libertà. È vero. Lo scrivere il libro ha avuto per me il significato di una lunga presa di coscienza del valore della differenza sessuale, un esporre dei fatti che riguardavano non solo me, ma tutto l’Isolotto; la mia narrazione non aveva lo scopo di infangare o screditare figure maschili, ma voleva invece, e ancora vuole, evidenziare la necessità di una seria autocoscienza maschile storica e nel presente.
Viviamo in un momento storico in cui si vuol rimuovere la differenza sessuale. Dobbiamo ritrovare il coraggio del partire da sé, la forza di esporci e di attraversare i conflitti, possibilmente in modo non distruttivo. Il partire da sé é verità soggettiva, è pensiero della differenza perché smaschera il pensiero neutro maschile. Perciò il femminismo della differenza fa tanta paura ai maschi: esso scardina i loro privilegi e rende le donne libere. Tutti i femminicidi sono fondamentalmente disperati tentativi di cancellare la libertà femminile sulla terra.
Nota: Il libro di Mira Furlani si intitola Le donne e il prete. L’Isolotto raccontato da lei (Gabrielli editori, 2016).