Grande Seminario 2024. Camminare sulle acque per pensare la terra
Diotima
19 Settembre 2024
Da l’Università di Verona – Inizia il seminario annuale di Diotima a partire da venerdì 4 ottobre 2024, dalle 17.20 alle 19, per poi continuare con il seguente calendario fino a venerdì 22 novembre.
Venerdì 4 ottobre 2024, ore 17.20-19 aula Menegazzi
Diana Sartori – Se manca la terra sotto i piedi, vivere in lacuna
Venerdì 11 ottobre 2024, ore 17.20-19 aula da destinarsi Wanda Tommasi – Terre ferite.
Venerdì 18 ottobre 2024, ore 17.20-19 aula Menegazzi Snejanka Mihaylova – Metanoia: il cuore dell’ascolto.
Venerdì 25 ottobre 2024, ore 17.20-19 aula Menegazzi
Margherita Morgantin – L’esilio ereditato. Dov’è il mio accento?
Venerdì 8 novembre 2024, ore 17.20-19 aula Menegazzi
Antonietta Potente – La terra dentro.
Venerdì 15 novembre 2024, ore 17.20-19 aula Menegazzi
Elisabeth Jankowski – Dentro la Torre di Babele.
Venerdì 22 novembre 2024, ore 17.20-19 aula Menegazzi
Vittoria Ferri – Scrivere la terra. L’immaginazione come posizione politica.
Gli incontri si terranno in aula Menegazzi, ex palazzo di Economia, Università di Verona, via dell’Artigliere 19, angolo via San Francesco.
Per le studentesse e gli studenti: a chi frequenta almeno 4 seminari ed è iscritta/o alla laurea triennale e magistrale di Filosofia e alla laurea triennale e magistrale di Scienze dell’educazione verrà inserito nel piano di studi 1 Cfu.
Camminare sulle acque per pensare la terra
Siamo arrivate al tema della terra, che quest’anno proponiamo al seminario, attraverso le domande politiche che le guerre contemporanee e le emigrazioni coatte sollevano. In una guerra è sempre questione di terra e di lingua assieme, così come lo è in un esilio costretto che porta lontano da dove si è nati.
Terra occupata, strappata, martoriata, bombardata e poi divisa, spartita alla lettera. Metaforicamente, terra delle radici, delle origini, dei miti, terra dei luoghi amati nei quali ci si riconosce, terra della speranza, del futuro. L’aspetto letterale e quello metaforico non possono mai essere del tutto separati e occorre tenere conto di questo intreccio.
Abitare e pensare la terra significa percepirla dentro un contesto comune che coinvolge sia gli esseri umani sia quelli non umani, dagli animali alle rocce, agli esseri tutti.
Allo stesso tempo portiamo la terra dentro di noi. Siamo presso il mondo e in noi stessi contemporaneamente e senza contraddizione. Questo modo di sperimentare la terra tra dentro e fuori ne fa una sorgente di possibili esperienze e significati. Mai esauribile.
Le domande politiche che sentiamo riguardo la terra, la guerra, la lingua e le migrazioni sono molto forti. In un certo senso schiaccianti. Lasciano poco spazio e chiudono in sensi di colpa per non aver fatto abbastanza, che risultano sterili. Quello che possiamo davvero fare è invece rivolgerci alla pratica del simbolico, la pratica femminista di esprimere il reale, guardandolo con tutte noi stesse e legando le parole, il corpo, e l’esperienza del mondo, che noi patiamo, con quella finezza che ci viene dall’aver imparato a mettere a frutto la differenza sessuale. Le azioni ne verranno di conseguenza, con la misura che viene da questa pratica e non dalle risposte suggerite dal simbolico già circolante e ripetitivo. Piuttosto che entrare nei conflitti già disegnati, questa pratica propone di stare sulla terra e vicino ad essa, di guardarla dal punto di vista delle acque, che scivolano, confondono i confini. Camminare su di esse. È un’immagine di leggerezza: sfiorando la nostra paura di andare a fondo, invita ad avere una visione più ampia, aperta, a partire da ciò che riusciamo a vedere come vitale e che di solito emerge come imprevedibile, là dove meno ce lo aspettavamo. Aprendo nuove strade.
Bibliografia:
Mahmud Darwish, Oltre l’ultimo cielo. La Palestina come metafora, Milano 2007.
Anna Maria Mori e Nelida Milani, Bora. Istria. Il vento dell’esilio, Venezia 2021.
Hannah Arendt, Vita activa, Milano 2019.
Eva-Maria Thüne, All’inizio di tutto la lingua materna, Torino 1999. Amos Oz, Una storia di amore e di tenebra, Milano 2002.
Diotima, La sapienza di partire da sé, Napoli 1996.