Flora: misteriosa è la vita e anche le relazioni
Francesca Graziani
22 Febbraio 2024
di Francesca Graziani
Un ricordo di Flora De Musso, morta il 17 febbraio 2024
Nella malinconia di questi giorni ripenso alla strana storia della nostra amicizia: le prime nostre frequentazioni nel Gruppo Insegnanti nato in seguito alla discussione sul Sottosopra verde (1983) – dove tu eri la nostra riconosciuta capa – che dopo qualche tempo si spaccò per dissidi interni e le varie componenti del gruppo proseguirono per altre strade. A quel tempo noi due non eravamo intime amiche, anzi non ci eravamo neanche troppo simpatiche, data la diversità di caratteri; e per molto tempo non ci fu neanche motivo di frequentarsi se non in Libreria a qualche riunione. Anni dopo il caso ci portò a far la strada insieme verso la metro e ricominciò un cauto parlarsi, quasi come due animali che si annusano un po’ diffidenti: raccontavo i miei tentativi di allora di migliorare la mia cucina di sopravvivenza a te che eri una cuoca provetta trovando un certo incoraggiamento da parte tua – più avanti mi regalasti anche un aggeggio per tagliare il prezzemolo, che a dir la verità non ho mai usato.
Le cose ebbero una svolta improvvisa quando con mia grande sorpresa mi chiedesti di aiutarti a rivedere un lungo testo che avevi scritto sull’origine femminile dello yoga – e che spero si possa ritrovare fra le tue carte. Naturalmente avevo acconsentito volentieri: erano i primi anni duemila, avevo appena traslocato in mansarda e tu allora stavi ancora bene, le due rampe di scale dal terzo al quarto piano dove l’ascensore non arriva non erano ancora un impedimento; venivi casa mia e pian piano sistemavamo quella tua ricerca che avresti tanto voluto vedere stampata.
Ci vedevamo alle cene del sabato e dopo tu riportavi me, Traudel e Piera fino alla metro con quella tua macchina che ne aveva sempre una – tipo il riscaldamento che non riuscivi a spegnere in pieno giugno e sfrecciavamo con i finestrini completamente abbassati per non arrostirci – cene alle quali si è aggiunto poi il fido Carmelo, diventato il tuo scarrozzatore ufficiale.
Col passare del tempo ti è diventato più difficile spostarti in libreria per fare l’archivio e hai trovato un valido successore in Luca – che solo in questi giorni ho conosciuto – prima per me era “l’uomo del sottoscala”.
Il Covid prima, malattie e incidenti vari dopo ci hanno impedito di vederci ma non di sentirci. Sempre verso sera, proibito chiamarti prima delle 17.30/18.00 dato che causa insonnie notturne dormivi di giorno: ad aprire le nostre conversazioni prima di passare ad altro i bollettini medici di ambedue con relative riflessioni sulla vita e la morte, la vecchiaia etc. Sempre però con grande ironia, come quest’estate con l’ultima rompipalle arrivata: la cimice del letto che di lì a poco avrebbe infestato non solo il tuo letto ma anche quello dei parigini.
Esasperata dalla situazione mi hai chiesto se conoscevo qualche scongiuro adatto all’uopo; e mi è venuta in mente una giaculatoria in latino che mia madre recitava quando perdeva qualcosa e di cui mi ricordavo solo l’inizio. L’ho recuperata on line e scoperto che era un’antica preghiera inventata da un frate nel 1250 e recitata ancora oggi ogni martedì nella basilica di Sant’Antonio a Padova, quindi di comprovato effetto; dovevi solo digitare il primo pezzo: si quaeris miracula mors error calamitas.
Poco dopo mi è arrivato un tuo messaggio che ancora oggi conservo: «Ho letto due volte l’invocazione a Sant’Antonio e pare che funzioni. Miraculum!»
Chi l’avrebbe mai detto che proprio io e te avremmo trovato il modo di farci sempre delle belle risate!
Misteriosa è la vita e anche le relazioni.
Ciao, Flò.
Francesca
(www.libreriadelledonne.it, 22 febbraio 2024)