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Da La Stampa – In un dipinto di William White Warren dai tenui colori rosa e giallo crema le due sorelle Nightingale – Parthe diminutivo di Parthenope, classe 1818, e la più giovane Florence detta Flo – appaiono raffigurate in perfetta armonia. Ma il bel quadro è mendace. Le ragazze che avevano visto la luce a Napoli e a Firenze (da cui i loro nomi) durante un lungo tour dei facoltosi genitori, quando rientrarono in Inghilterra, a Embley Park, non trovarono pace. La rivalità tra le sorelle stravolse la quiete campestre, con la mamma Fanny spalleggiata da Parthe nell’osteggiare le ambizioni della ribelle Florence. Quest’ultima però vincerà su tutta la linea: diventerà la grande madre dell’assistenza infermieristica moderna, la creatrice dei più avanzati ospedali da campo, l’ideatrice della ricerca statistica d’avanguardia per la cura e l’assistenza ai malati. Adesso in America e in Inghilterra la bella biografia scritta come un romanzo di Melissa Pritchard, Flight of the Wild Swan [‘il volo del cigno selvatico’, Ndr] (Bellevue Literary Press, elogiata dal New York Times), dedicata a Florence Nightingale ha suscitato un grande dibattito sui modi e sulle forme con cui il “cigno selvatico” riuscì ad emergere nonostante l’ostilità della famiglia patriarcale.

Come e dove nacque la tempra di Flo, prima donna a lottare per dare alle altre donne un ruolo nella medicina moderna e fu capace di sconfiggere gli esponenti del mondo accademico, medico e militare che la ostacolavano?

Flo, come scriveva nel diario, sia a Londra che in campagna si sentiva prigioniera. Furono le tate a dare lezioni di buone maniere e di comportamento a Parthe e a Flo. Papà William impartiva invece nozioni di greco, latino, italiano, francese, tedesco, storia, filosofia e matematica: Florence era un’appassionata di questi studi che l’indolente Parthe non considerava adatti a una signorina. A ventiquattro anni Flo annunciò la sua vocazione: non voleva sposarsi bensì diventare infermiera. Le reazioni della madre e della sorella furono incontrollate: era un lavoro inadatto alla sua condizione sociale e le infermiere erano considerate alcoliste e frequentatrici di lupanari e bassifondi. La testarda Flo, però, passava il tempo a compulsare i primi rapporti sulla salute pubblica inglese, che stavano iniziando a uscire attorno a metà ’800.

Nel 1853 fu finalmente libera di realizzare la sua vocazione medica grazie al contributo annuo versatole dal padre. Partì, assieme ad altre trentotto infermiere, per Scutari, sede dell’ospedale militare dopo che nel 1854 l’Impero britannico, alleato della Turchia, era entrato in guerra contro la Russia. All’arrivo la giovane donna fece una scoperta tremenda: più di diecimila soldati giacevano non curati e abbandonati nella sporcizia, pieni di pustole e colpiti da malattie infettive. Miss Nightingale riuscì a imporre una situazione più vivibile ed elaborò importanti teorie su come un ambiente sano e una dieta appropriata limitassero la diffusione dei microbi.

Gli alti comandi militari la consideravano una mestatrice, non tolleravano la sua ingerenza e cercarono di sabotarla in tutti i modi. In Inghilterra, però, grazie alla pubblica opinione e a giornali come The Times, si verificò un importante cambio di passo: si diffuse la leggenda della “signora con la lampada”, di Flo, un angelo che di notte, in ospedale, portava sollievo a feriti e moribondi. Nightingale riuscì ad avviare una riforma completa della sanità militare. Dopo essersi gravemente ammalata, ripartirà per la Crimea, e darà vita a una personale “unità di combattimento”, fatta di amici e di sostenitori dei suoi progetti di cura che mantenevano i contatti con i politici e con i giornali, che diffondevano i dati clinici da lei analizzati e rappresentati tramite grafici colorati, “torte” e istogrammi.

Per Florence, dunque, in un primo momento le istanze del patriarcato furono incarnate dalla madre e dalla sorella e poi dalla società maschile tradizionalista. Non è un caso che a vent’anni Flo componesse un saggio sulle convenzioni sociali che opprimevano le donne, che le costringevano alla pigrizia mentale e a sottovalutare le proprie potenzialità. La sua capacità di “resilienza” al diktat sociale nacque dunque proprio resistendo alla famiglia. Ma si trasformò in un impulso a elaborare, a partire da una condizione personale, strategie e programmi che coinvolsero l’intera società.

Nel 1860 pubblicò Notes on Nursing, pietra miliare del curriculum delle scuole per infermieri che ancora oggi rappresenta l’introduzione classica a quell’attività di cura.