È morto Francesco, W Francesco
Laura Colombo
21 Aprile 2025
La notizia della morte di Papa Francesco mi ha raggiunta mentre ero immersa nella mostra De Bello a Bergamo, un’esposizione che riflette sulle rappresentazioni della guerra nell’arte contemporanea. In quel momento lo spazio attorno a me si è ristretto, saturato dalla presenza della morte: quella evocata dalle opere e quella reale, annunciata dalla notizia. Sembrava non ci fossero alternative, tutto convergeva su un’unica, dolorosa realtà.
Papa Francesco è stato una figura che ha incarnato la difesa dei deboli e la promozione della pace. Ha denunciato le ingiustizie sociali e si è opposto alla guerra, definendola un inganno e un crimine contro l’umanità. Ha sempre cercato di costruire ponti e ha lottato per dare voce agli invisibili, ai migranti, ai poveri.
La sua scomparsa ha riaperto in me ricordi della mia giovinezza e della mia educazione cattolica. Per me, l’essenza del cristianesimo risiede nella compassione, nella giustizia sociale, nella solidarietà con gli ultimi. Valori che ho ritrovato anche in una parte della sinistra e che continuano a definire chi sono oggi. Anche se mi sono allontanata dalla religione, questi principi restano vivi in me, senza contraddizione con il mio essere femminista. Sono io, intera.
Le cose finiscono, è vero. Ma non dobbiamo pensare che tutto sia perduto. Il femminismo mi ha insegnato che la vita è fatta di continue trasformazioni, di passaggi, di nuove forme che prendono corpo dal desiderio di cambiamento e anche dall’impegno per la giustizia. E io voglio continuare a credere nella possibilità di un mondo più giusto e umano.