Dove è andata la libertà delle donne?
Cristiana Fischer
6 Ottobre 2016
Conclude Luisa Muraro il suo testo Ragazze e algoritmi, una spiegazione del 23 settembre: «ma il cambiamento non rispecchia visibilmente l’opera di una crescente libertà femminile, che pure esiste … E questo è diventato per me un punto di partenza. Spero che lo sia anche per altre».
Punto di partenza per una discussione collettiva, ma non nella situazione stessa, direi. Questa è la situazione esposta da Luisa, la ridico: la nostra cultura di scambi smisurati è regolata secondo la rigidità meccanica fornita dagli algoritmi. Ma questa situazione è già avanzata, allora il punto di partenza riguarderà la discussione, e parta dalla libertà femminile che già c’è.
Libertà che ha anche messo le ragazze nelle forze armate e potrebbe mettere una ricca avvocata e politica guerrafondaia a capo del più importante apparato politico-militare del mondo. Dove è andata questa libertà? Non è più “parità” da tempo, e anche il “tetto di cristallo” è sfondato. Però l’edificio – forse aperto verso l’alto, chissà – è anche diventato comune, lo abitano donne e uomini in libere relazioni… per un unico fine, almeno in occidente, per la comune cultura e civiltà… da migliorare beninteso. In questo punto preciso, io mi sento in una impasse. Ad esempio non riesco a parteggiare per Hillary, nemmeno per essere contro Trump, come vedo fare da Ida Dominijanni. Non so, non mi oriento, rimpiango un po’ l’“estraneità”.