Cambiare aria
Pasqua Teora
15 Aprile 2020
Domenica delle Palme, dopo un pranzo frugale, nella casa grande in cui abito ho aperto un video musicale che profumava di mistero e grande sacralità. Mi volevo preparare al mio impegno di scrittura assunto in questo tempo di Covid-19. La clip me l’aveva mandata un’amica protestante, poi anche una delle amiche e colleghe del gruppo “Femmes de Tétouan” con cui da dieci anni mi incontro a Tetuan. Tra noi discutiamo e ci confrontiamo: psicoterapeute, sociologhe, formatrici su temi che riguardano le famiglie e i vari contesti di appartenenza pur nei diversi orientamenti politici ed eventualmente religiosi, delle varie forme di precarietà simili eppure diverse.
La clip conteneva l’esibizione dell’Orchestra Filarmonica del Marocco registrata il 30 marzo dello scorso anno, davanti al Papa e al Re del Marocco Mohammed VI, interpretazione che univa in unisono sublime “Allahu Akbar”, “Adonai” e “Ave Maria”. Meraviglioso assistere a tanta bellezza e apertura al sacro pur nel minuscolo schermo di un cellulare.
Da me, a noi, noi adesso, noi in Italia noi nel mondo, uomini e donne, ma soprattutto noi donne. Forse per noi è più chiaro che al cospetto del Covid 19 il mondo sia diventato una grande cascina, una specie di condominio dove sentiamo i guai, i lutti e i pasticci dei vicini che a loro volta vedono i nostri. Noi donne, appunto, in un momento della storia in cui è chiaro quanto sia imperativo ricondurre l’umanità che abita il pianeta alla ragione e alla necessità di aprirci o riaprirci al sacro che pure ci abita tutti, ma particolarmente serve che fertilizzi la mente e l’anima di tante donne. Serve bilanciare l’eccessiva protervia e fragilità maschile con il contributo del pensiero femminile, il contributo della nostra visione, del nostro essere l’arte del fare per la collettività, più che per sterile egoismo personale.
Ho notato che sui social si parla tanto del narcisismo maschile dicendone peste e corna, ma purtroppo molte donne che con alcune eccezioni, in Italia e oltre, si sono avvicinate alla politica dei partiti, hanno messo in scena altrettanto narcisismo come se fosse quello una qualità piuttosto che un maledetto limite. È il momento di riflettere molto seriamente sulla necessità della rappresentanza femminile, possibilmente capace di creare valore anche nei luoghi decisionali dove il potere si esprime. Forse, proprio in questi giorni, cose eclatanti stanno accadendo: per esempio con la lettera aperta alle due leader europee che in questi tempi, hanno raggiunto i vertici dell’Europa: Christine Lagarde e Ursula von der Leyen. Più che per loro, il mio respiro di sollievo è per la lettera collettiva che sta raccogliendo firme e non solo di donne, lettera aperta che dovrebbe diventare oceanica, planetaria, capace di trasportare tantissime adesioni probabilmente di tutti coloro che amano Madre Terra e le donne.
Proprio oggi, tra le ferite sanguinanti di questa pandemia, possiamo intravvedere i percorsi possibili per creare maggiore spazio per il pensiero e l’agire delle donne, il maggior numero di noi, non solo le intellettuali, le femministe, piuttosto la maggioranza che spicca per intelligenza intuitiva, buon senso, capacità di sacrificio, generosità che si esprime quotidianamente nelle più varie forme.
Le donne che arrivano al vertice, sono sole, hanno bisogno di altre di noi che nei vari strati sottostanti o a latere creino e tengano per loro una base sicura affinché possano ricevere il nostro flusso di amore e fiducia, di sostegno con idee e progetti, come facemmo negli anni ’70 quando in discussione era la nostra identità di donne. Quello che volevamo allora era svincolato e spesso in contrasto con l’identità che i maschi accanto a noi speravano che noi assumessimo, sempre per sostenere loro, loro nella loro vanità.
Ora dobbiamo farlo oltre noi stesse, per il mondo, per noi donne, per i discendenti. Molte di noi hanno bisogno di orizzonti ampi per decidere che ne vale la pena; che è il caso di darci da fare per sostenere le possibili alternative a questo sistema che miseramente ci ha ingannati, negando l’attuazione dei diritti fondamentali ben presenti nella nostra Costituzione. Ci siamo lasciate ingannare, quindi come nelle relazioni di coppia che da anni, da decenni, da una vita intera non funzionano, è necessario che ci assumiamo le nostre responsabilità per aver fatto errori, pur pensando che certi atteggiamenti di accondiscendenza e asservimento al modello imperante, ancora, purtroppo, fossero necessari a salvare il salvabile. Non è più vero da un pezzo! Guardiamoci in faccia e poi guardiamo la realtà. Molte di noi hanno assecondato per paura, per bisogno, per ristrettezza di vedute, per penuria di coraggio, per isolamento, per incapacità di aggregazione con le altre: per solitudine. E quando ci abbiamo magari provato, dopo aver partecipato a qualche assemblea al femminile, purtroppo vi abbiamo ritrovato i limiti prevalenti nel modello maschile. È ora di cambiare aria, disinfettare, pulire e non solo le nostre case, come tutte in questi giorni, volendo o no, siamo tenute a fare.