Appello ai deputati della Knesset: È ora di scegliere la trasparenza nucleare. Nella prospettiva di un Medio Oriente liberato dalle armi di sterminio di massa
Alfonso Navarra
2 Luglio 2025
dal Zibaldone Ecopacifista
Care e cari deputati della Knesset,
Voi credete, con ogni sincerità, che Israele sia una democrazia esemplare, l’unico faro di responsabilità nel tormentato e insanguinato Medio Oriente. Ebbene, se questa è la vostra profonda convinzione, allora è giunto il momento di un gesto. Un gesto chiaro, netto, il coraggio di qualche primo passo unilaterale, da parte del vostro Paese, che spezzi il circolo vizioso della tensione.
Un Segreto di Pulcinella
Da anni, troppi, si parla di un arsenale nucleare israeliano. Cento testate, forse più. Un segreto, sì, ma di quelli che tutti conoscono, un segreto di Pulcinella. Ricordate Mordechai Vanunu, le sue rivelazioni nel lontano 1986? E più di recente, le parole del ministro Amihai Eliyahu, che ha ipotizzato l’ombra di una bomba su Gaza. Non sono fantasie, ma echi di una realtà che non si può più ignorare.
La Strada Pericolosa del Monopolio
Voi pensate di essere al sicuro, con il vostro monopolio nucleare. Ma la storia insegna che nessun monopolio dura per sempre. Se a voi è stato concesso di possedere l’atomica, è inevitabile che altri, prima o poi, cercheranno di fare lo stesso. E allora, il Medio Oriente si trasformerebbe in un vero e proprio “far west nucleare”, un incubo ad occhi aperti, un pericolo per l’intera comunità mondiale.
La Scelta della trasparenza nel disarmo
C’è un’alternativa, una via d’uscita da questa spirale. L’ideale sarebbe l’adesione subito, da parte di Israele, al Trattato di Non Proliferazione (TNP). L’adesione dovrebbe legalmente avvenire (non può essere altrimenti) con l’impegno a rispettare lo status di Stato non dotato di armi nucleari. Questa mossa va accompagnata alla disponibilità dello Stato ebraico a collaborare con il nuovo percorso del Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW).
Non si può più navigare nell’ambiguità, né tollerare un doppio standard che mina la credibilità, non solo agli occhi del mondo, ma anche dei vostri stessi cittadini. Il cinismo, lo sapete, corrode la democrazia. La trasparenza, invece, la rafforza.
– Si possono però compiere immediatamente dei passi intermedi nel senso della trasparenza, a partire dalla cessazione dell’ambiguità nucleare. Si tratterebbe di divulgare le dimensioni dell’arsenale israeliano e le scorte di materiale fissile, come suggerito dal Segretario Generale dell’ONU per gli stati dotati di armi nucleari.
– Potrebbero essere dichiarate Moratorie Unilaterali sui test nucleari e sulla produzione di materiali fissili. Sebbene Israele abbia firmato ma non ratificato il CTBT, e non sia noto per aver condotto test dal 1979, formalizzare questo potrebbe essere una misura di costruzione della fiducia.
– Potrebbero essere accettate le Salvaguardie dell’AIEA su Dimona. Porre il reattore di Dimona sotto le salvaguardie dell’AIEA, come suggerito da uno studio delle Nazioni Unite del 1990, sarebbe un passo importante verso la trasparenza. Attualmente, la struttura di Dimona non è sotto le salvaguardie dell’AIEA.
– Israele potrebbe coinvolgersi immediatamente nelle Conferenze sulla WMDFZ. Sebbene Israele abbia storicamente boicottato le conferenze sulla WMDFZ mandate dall’ONU, partecipare a questi incontri annuali, anche come osservatore, potrebbe essere un passo “coraggioso” verso la promozione del dialogo regionale. Il fatto che “tutti gli Stati della regione” siano stati invitati e la maggior parte abbia partecipato, eccetto Israele, evidenzia il suo isolamento su questo tema.
La sfida da raccogliere verso un Medio Oriente Denuclearizzato
Fare dei passi nel senso dell’adesione al TNP, aprire le porte alle ispezioni dell’AIEA, dialogare in termini costruttivi dentro i consessi internazionali con l’obiettivo di proibire lo stesso possesso delle armi nucleari, significherebbe riattivare un percorso negoziale per un Medio Oriente libero da armi di sterminio. Questa è la vera sicurezza, non certo l’illusione di rimanere i “pistoleri” più veloci e armati, che sparano per primi.
In conclusione, l’idea di un Medio Oriente libero da armi di sterminio di massa (WMDFZ – Weapons of Mass Destruction-Free Zone) è un obiettivo dibattuto e coltivato da decenni: raccogliete la sfida, anche se piena di ostacoli!
È tempo, care e cari deputati, di scegliere la strada della ragione, per voi e per la pace nella regione.
Appendice: tavoli Diplomatici per una Zona libera da armi di sterminio di massa
Ci sono diversi forum e iniziative diplomatiche dove questa proposta è stata discussa e continua ad essere un punto all’ordine del giorno, e noi ne citiamo due:
1. Conferenza sul Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP)
Le Conferenze di Revisione del TNP, che si tengono ogni cinque anni, sono il principale forum internazionale per discutere la non proliferazione e il disarmo nucleare. La creazione di una WMDFZ in Medio Oriente è stata una risoluzione chiave della Conferenza di Revisione del TNP del 1995. Nonostante i ripetuti tentativi nelle conferenze successive, non si è riusciti a fare passi avanti significativi a causa delle divergenze tra gli Stati della regione e le potenze nucleari.
2. Conferenze e Incontri ONU sulla WMDFZ in Medio Oriente
Dal 2019, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha avviato una serie di Conferenze per l’istituzione di una zona libera da armi nucleari e altre armi di distruzione di massa in Medio Oriente. Queste conferenze annuali mirano a riunire tutti gli Stati della regione per negoziare un trattato vincolante che stabilisca tale zona. Finora, Israele non ha partecipato a queste conferenze, il che rappresenta un ostacolo significativo.