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Da La Sicilia – Femminismo mon amour – Pratiche femministe per donne e uomini è una pubblicazione a cura della Libreria delle donne di Milano che raccoglie gli articoli della rivista “Via Dogana 3” redatti e resi noti on line nel corso del 2023. Diversi i temi, unico il filo conduttore: la riflessione sulla politica delle donne concepita come una pratica di trasformazione del mondo a partire dalla soggettività e dalla relazione con le altre e gli altri. Se ne è discusso a Catania a Scienze Politiche nel corso di un incontro cui hanno preso parte le femministe della differenza della Libreria delle donne di Milano Laura Colombo e Laura Giordano e le catanesi Mirella Clausi, Anna Di Salvo, Stefania Mazzone, Giusi Milazzo, Nunzia Scandurra e Giulia Caruso.

Centrale il tema dell’autocoscienza definita da Luisa Muraro “la danza dell’io”, lo spazio generativo e creativo della parola libera caratterizzato dal partire da sé, dal prendere la parola uscendo da un secolare silenzio, e dal mettersi in relazione con le altre riconoscendosi reciprocamente. Una pratica sperimentata a partire dagli anni Settanta e che vive ancora anche attraverso forme diverse come il dialogo pubblico innescato dal “Me too” e attraverso lo strumento dei podcast, un tentativo di trasformare in un fatto politico la frustrazione e la rabbia per le violenze e le discriminazioni subite. Un modo di fare politica altro rispetto a quello dell’individualismo e all’autosufficienza predicato dal neoliberismo e da quello della politica novecentesca delle grandi masse praticata da partiti, sindacati e organizzazioni e volta alla conquista e all’esercizio del potere. Forme ereditate dal passato patriarcale che attraggono sempre meno, soprattutto i giovani, come rivela l’ormai abituale alto tasso di astensionismo. Uno stato delle cose rispetto al quale le pratiche del femminismo si pongono come un possibile modo di ritornare a fare politica. Un modo caratterizzato dall’amore e dalla cura per il mondo e da un certo modo di essere delle femministe al tempo stesso partecipi ed estranee al sistema politico e simbolico dominante, un modo capace di concepire e offrire nuovi orientamenti e nuove pratiche per il vivere comune. Un modo di essere diverso da quello con cui le donne, a torto, sono state spesso considerate: prepolitiche o apolitiche.

Temi affrontati alla luce dell’attuale contesto politico in cui le destre al governo si sono appropriate di alcune parole del femminismo snaturandone il senso, come quando, di fronte al moltiplicarsi dei femminicidi – e tanto più dopo le riflessioni innescate dall’omicidio di Giulia Cecchettin e dalla presa di parola della sorella e del padre – sostengono che il patriarcato è morto per concludere che questo è un fenomeno individuale. Invece è il femminicidio un fenomeno politico – denunciano le femministe – espressione del post-patriarcato in cui viviamo in un’epoca in cui le donne hanno conquistato notevoli spazi di espressione e di libertà che hanno messo in crisi il modello sociale e simbolico preesistente creando nei maschi una frustrazione cui spesso reagiscono con la violenza, non avendo saputo trovare un nuovo ruolo. Eppure anche tra gli uomini si registra una fase di analisi e di riflessione sul proprio modo di essere tra quanti hanno deciso di confrontarsi con realtà e pratiche femministe e quanti, come Maschile Plurale, prediligono una relazione tra uomini facendo propria la pratica dell’autocoscienza.

Eppure oggi si registrano delle divisioni all’interno del mondo femminista che pure era sempre stato «un campo di battaglia dove tante soggettività confliggono, ma stanno insieme perché la sfida è comune». Oggi, segnalano le redattrici della pubblicazione, «si registra un arroccarsi in una politica identitaria». E il riferimento è al movimento Lgbtqia+ e alle questioni legate all’identità, al genere, al corpo. Temi tutti affrontati nel volume in questione che rivendica l’importanza e l’efficacia delle pratiche femministe delle origini nella consapevolezza che necessitano di essere rivitalizzate.