Violenza contro le donne… e gli uomini che ne pensano?
22 Maggio 2006
lettera di Iaia de Marco (Associazione DonneSudonne, Napoli)
Cara Unità, la settimana scorsa leggendo per tre giorni consecutivi gli interventi di Silvia Ballestra, Valeria Viganò e Maria Pace Ottieri sulla violenza contro le donne, ho da un lato apprezzato la sensibilità dimostrata dal mio giornale e dall’altro ho biasimato la scelta di affidare i commenti esclusivamente a firme femminili. Avrei voluto che su un fenomeno delle dimensioni evidenziate e che attraversa l’intero genere maschile, il direttore o Furio Colombo si interrogassero su queste pagine, che, con l’intelligenza lucida e anticonformista che li contraddistingue e che contribuisce a rendere così speciale l’Unità, avviassero una seria riflessione sul problema visto dall’interno, dal punto di vista degli uomini, senza gli alibi della devianza e della mostruosità. Luisa Muraro, martedì, ha espresso chiaramente questa esigenza, dando voce al mio e al pensiero della gran parte delle donne. Lei ha puntato l’indice sulla luna e il lettore Marcello Bernacchia (lettere all’Unità 23/5) ha guardato il dito invece che guardare la luna, rilevando una forzatura operata da Muraro ad evidente scopo esemplificativo e trascurando del tutto, invece, di misurarsi con lo scomodo problema sollevato di appartenere ad un genere di violentatori e sopraffattori. Così come, sempre in questi giorni, il buon Luigi Galella ci ha offerto una riflessione sulle adolescenti «un po’ maschie e molto sensibili»(15/5) e Gianfranco Pasquino (18/5) ha scaricato sulla lingua italiana la responsabilità di non poter usare il femminile per ‘ministro’. Alle ‘lettrici’ certe omissioni, certe scelte di tematiche e/o linguistiche fanno pensare che ci sia anche da parte degli uomini che stimiamo, un tentativo di elusione.