Progetto Vestales
Silvia Ramos Montes
23 Novembre 2024
Il Progetto Vestales è una piattaforma di archiviazione, critica e diffusione dell’arte realizzata da donne colombiane. È iniziato come un progetto collettivo femminile nel 2021; nel tempo alcune artiste o sono migrate in altri paesi o per impegni lavorativi non hanno più continuato a farne parte.
Ho maturato questa idea nel mezzo dell’isolamento e del silenzio della pandemia, mentre stavo elaborando la fine della relazione con un partner, che aveva occupato quasi tutti gli anni dei miei studi universitari in Arti plastiche. Questa rottura ha segnato anche la mia definitiva separazione da una visione maschile del mondo.
Quando ho posto fine a questo legame, tutte le strutture su cui avevo costruito l’immagine di me sono crollate e ho dovuto affrontare la ricostruzione dalla mia prospettiva, con una visione femminile. In quel momento, ho sentito come se fosse la fine della mia vita, poiché l’accademia e la cultura maschile avevano danneggiato profondamente la percezione di me stessa come artista e come donna. Mi sono immersa in una profonda oscurità, sentendomi cieca. Mi muovevo intuitivamente alla ricerca di qualche luce che mi mostrasse la strada per ricostruirmi e riconoscermi nello specchio. È stato come un fulmine divino che ha colpito la mia testa, con l’idea che per capirmi avrei avuto bisogno di vedermi riflessa in altre donne: comprendere come si sentissero e quale posto occupassero in questa vocazione artistica. Ho usato i social media per trovare donne di diverse parti della Colombia e ho iniziato a instaurare conversazioni online con loro. È stata da una di queste conversazioni che è nata l’idea di creare questo progetto. Inizialmente eravamo sei donne, ma i diversi percorsi che ognuna ha intrapreso nella vita, hanno fatto sì che rimanessimo solo in quattro a lavorare al progetto per quasi un anno.
Quando mi sono trasferita in Spagna, insieme abbiamo cercato di continuare a generare contenuti, ma il fuso orario e il fatto che altre compagne si fossero trasferite hanno portato alla sospensione del progetto. Vestales è stato inattivo per quasi otto mesi. Ero occupata a cercare una stabilità in questo nuovo paese, risolvendo questioni burocratiche, di lavoro con tutti gli ostacoli che si affrontano quando si emigra. Pensavo che il progetto fosse giunto al termine, poiché ero emotivamente esausta e non mi sentivo in grado di farlo risorgere senza aiuto. Pian piano, nella quotidianità e nell’urgenza di trovare stabilità, ho iniziato a svolgere lavori che avevano poco a che fare con la mia vocazione e che, come molti lavori in questo sistema economico, hanno assorbito il mio tempo e mi hanno isolato…
Questa situazione che mi impediva di avere spazio per riflettere su me stessa, e di connettermi con altre persone, minacciava di farmi ammalare; quindi ho deciso di aggrapparmi nuovamente a Vestales e, con l’energia che mi rimaneva in quel momento, di farlo rivivere.
Nel Progetto Vestales invito le artiste a conversare con me su di loro, sui loro processi creativi e su qualsiasi argomento correlato. Le conversazioni vengono registrate e presentate sotto forma di podcast su diverse piattaforme digitali come Spotify o YouTube. L’idea è che queste conversazioni fluiscano organicamente, creando un’atmosfera intima con ciascuna delle mie ospiti, molte delle quali non conosco di persona e per le quali questo è il nostro primo contatto. L’invito è aperto, sono le donne interessate che si avvicinano per partecipare al progetto, infatti mi interessa che sia uno spazio completamente volontario. La maggior parte di loro appartiene alla mia stessa generazione, il che facilita l’empatia, anche se l’età non è un fattore limitante. Spero anzi che in futuro partecipino donne di diverse fasce d’età.
Ogni episodio ruota attorno a tre assi principali: memoria, canzone e riferimento. Nel primo, le ospiti condividono ricordi che hanno influenzato la loro decisione di dedicarsi all’arte, discutendo la loro esperienza dentro e fuori dall’accademia, nonché le forme alternative di sentirsi libere facendo arte. Nella seconda parte, ogni ospite sceglie una canzone che rappresenta il suo immaginario e la sua opera, condividendo le sensazioni che evoca. Queste canzoni vengono aggiunte a una playlist che si arricchisce ad ogni nuova partecipante. Nella terza parte, le ospiti presentano un riferimento femminile che ha influenzato il loro lavoro, contribuendo così alla costruzione di un archivio che mette in evidenza artiste e promuove la costruzione di una genealogia femminile nell’arte.
Il Progetto Vestales si è trasformato nel legame che mi collega alle donne del mio paese, fornendomi il sostegno emotivo necessario per mantenere la mia salute durante questo viaggio turbolento di migrazione e adattamento a un’altra cultura. La voce delle altre donne è diventata un costante promemoria di ciò che dà senso alla mia vita. Con le parole di ciascuna delle mie ospiti si aprono nuove possibilità per comprendere me stessa come artista. Le donne e le loro voci sono diventate il vero luogo a cui appartengo, al di là di una patria o di una nazione.
Ho scoperto che il Progetto Vestales è un invito per altre donne ad alimentare il fuoco che ci mantiene vive e complete. Il fuoco della creatività che arde nelle viscere di ciascuna di noi, ma che è alimentato dalla relazione e dall’impegno delle altre.
Il progetto è disponibile su diverse piattaforme di podcast, come Spotify, Ivoox, Apple Podcasts e Google Podcasts, con il nome “Vestales: Conversaciones sobre arte”. Inoltre, gli episodi possono essere ascoltati sul canale YouTube del progetto, chiamato “Proyecto Vestales”. Sul profilo Instagram, @somovestales, pubblico costantemente informazioni sulle donne che invito, e incoraggio altre a far parte del progetto. È di fondamentale importanza per me che la partecipazione sia completamente volontaria e che avvenga nei ritmi che ogni artista ritiene necessari; per questo, sono sempre aperta a ricevere proposte per la creazione di nuovi episodi.
Link del progetto:
Su di me:
Sono nata e cresciuta a Bogotá, capitale della Colombia. Nella stessa città ho studiato per cinque anni Belle Arti presso l’Università Jorge Tadeo Lozano. Dal 2021 vivo a Barcellona, dove ho conseguito un master in Commissariato d’Arte Digitale presso Esdi, centro affiliato all’Università Ramon Llull. Quest’anno ho ottenuto una borsa di studio per frequentare il master in Politiche delle Donne presso DUODA, presso l’Universitat de Barcelona. In questo master, ho avuto la fortuna di seguire il corso di Politica Visiva con Laura Mercader Amigó, che mi ha aiutato ad arricchire la mia prospettiva sulla pratica artistica e a comprenderla dall’ottica della differenza sessuale.