Odio forza e debolezza
Stefania Giannotti
26 Novembre 2015
L’odio si accompagna a debolezza. Questo ho messo a fuoco durante l’incontro appassionato e partecipato di VD3. Durante, non prima, come se prima il tema non mi avesse riguardato o meglio lo avessi non dico rimosso ma di certo trascurato. Mentre le altre intervenivano alcune immagini, molto personali quasi intime, mi si sono aperte. Lo stesso mi è sembrato di sentire nelle parole di alcune: l’odio politico restava sullo sfondo, ma molto c’era comunque da dire.
Non mi dilungo su quelle immagini che essenzialmente riguardavano il primo conflitto, quello con la madre e la sua odiosa autorità e la debolezza che mi generava l’incapacità di vederla nella sua grandezza e nel vantaggio per me. Ma anche l’odio d’amore quando sei vinta, debole, non sai che fare e non obbedisci ad una sconfitta che sola può ridarti la realtà e la forza.
Ma ormai la macchina è avviata e rumoreggia. Il politico che è rimasto sullo sfondo crea nuove immagini. Non ho una particolare avversione per i cattivi sentimenti e mi è persino difficile elencarli e dividerli dai buoni. Mi piace la competizione, le antipatie mi orientano e la rabbia spesso mi fa decidere. Ad esempio.
Ma dall’odio politico col suo portato di debolezza rifuggo perché non mi fa capire niente di quello che mi sta intorno e non vedo in esso altro esito possibile che la guerra. E forse proprio l’odio, in compagnia di grandi interessi dal petrolio alle guerre di conquista, ha una bella parte nell’impedire alla politica di «inventare nuove parole e nuovi metodi» (Virginia Woolf). Cerco quindi di combatterlo al mio interno, prima che mi metta nelle condizioni di distruggere o di essere distrutta, nelle relazioni personali come nel mio rapporto con la politica.
Il caso ha voluto che in tutto questo rumoreggiare di pensieri, avviato da VD3 del 9 novembre, si sia levato dopo pochi giorni, 13 novembre, un fragore ben più alto: gli spari, le esplosioni degli attentati Isis a Parigi e le morti conseguenti.
Odio e debolezza scorrevano sullo schermo televisivo. Ho visto Hollande senza forze dichiarare lo stato di guerra e ho sentito oggi (22 novembre) Obama dichiarare «Distruggeremo l’Isis sul campo di battaglia ma non rinunceremo ai nostri valori». Ho visto allora tutta la loro debolezza. Non sanno cosa fare e affidano la loro debolezza a una forza, non loro, ma delle armi.