In classe senza telefono
Claudia Beckschebe
13 Novembre 2025
da Internazionale Kids
L’esperienza di una scuola tedesca che ha vietato l’uso degli smartphone. Articolo uscito in Germania sulla rivista Dein Spiegel con il titolo Die Sache mit der smartphone [‘La questione dello smartphone’]
Divieto o libertà?
Niente smartphone, neanche a ricreazione: è la nuova regola in alcune scuole tedesche (e in tutte quelle italiane). È una buona idea? Vediamo cosa ne pensano studenti e professori.
“Per favore, lasciatelo qui”, dice Katrin Kampovsky ai suoi studenti. Gli allievi della 7B (che in Italia corrisponde alla seconda media) sanno già di cosa parla e uno dopo l’altro depositano lo smartphone in un armadietto accanto alla lavagna. Nessuno protesta.
Consegnare il telefono è ormai una routine alla Max-Tau Schule di Kiel, in Germania. Quando tutti gli apparecchi sono dentro, si chiude lo sportello a chiave. I telefoni restano fuori gioco fino alla fine delle lezioni. Solo allora la professoressa Kampovsky riapre l’armadietto e li restituisce a ragazze e ragazzi.
Dall’ottobre 2024 in questa scuola elementare e media sono vietati telefoni cellulari. La regola si sta diffondendo in altri istituti della Germania: niente Instagram durante le pause, niente WhatsApp di nascosto sotto il banco. Semplicemente, niente smartphone a scuola. «I telefoni vengono raccolti prima delle lezioni e riconsegnati solo quando ragazze e ragazzi tornano a casa», spiega l’insegnante.
Che cosa pensano gli allievi di questo divieto? «Mi sembra molto meglio senza telefoni. Prima, durante le lezioni c’era sempre qualcuno che scattava foto di nascosto e mi dava fastidio», dice Mina, tredici anni. Il compagno di classe Mustafa è d’accordo: «Succedeva anche nelle pause. Qualcuno inquadrava un compagno con la fotocamera, trasformava l’immagine in uno sticker e lo inviava agli altri. Sono contento che ora non succeda più. L’atmosfera è più rilassata»
Tornare a parlarsi
«Nelle pause eravamo sempre con il telefono in mano. Ora siamo tornati a fare due passi e a chiacchierare», dice Mina. Poi aggiunge il motivo più citato anche dagli adulti a favore del divieto: «A scuola bisogna concentrarsi sulle lezioni, i telefoni sono solo una distrazione».
Rem, quattordici anni, ammette: «All’inizio mi è pesato molto rinunciare al telefono. A dire la verità non vedo l’ora di riprenderlo a fine lezione. Controllo subito WhatsApp, Instagram e TikTok».
Il racconto di Rem è emblematico dei problemi della generazione digitale: con tante funzioni divertenti è facile perdere il controllo e restare davanti allo schermo per ore. Ma non fa bene. Distrae, modifica il cervello e anche i rapporti con le persone nel mondo reale. Le relazioni sociali peggiorano quando guardare un piccolo schermo diventa più normale che guardarsi negli occhi. Il cambiamento a scuola è avvenuto gradualmente, racconta Katrin Kampovsky: «Quando solo pochi studenti avevano uno smartphone non c’erano problemi, ma negli ultimi anni tutto è cambiato. Oggi esistono molte piattaforme e giochi pensati solo per i giovani. E tutti hanno un telefono».
Decisione collettiva
Alla Max-Tau l’uso degli smartphone non era libero neanche prima del divieto. C’erano regole, come in tutte le scuole: in teoria i telefoni dovevano restare spenti, in tasca o nello zaino, ed essere usati solo a ricreazione. Ma quelle norme non sono mai state davvero rispettate. «Noi insegnanti perdevamo continuamente tempo a richiamare gli studenti e a invitarli a essere ragionevoli. Era stancante. Il divieto ha fatto chiarezza», racconta Kampovsky.
Anche se molte scuole lo apprezzano, in Germania il divieto non vale dappertutto. In altri paesi europei le regole sono più severe, per esempio nei Paesi Bassi, in Austria, Francia e Italia. La differenza dipende anche dall’organizzazione tedesca: le politiche scolastiche sono decise dai singoli Land della repubblica federale. Il ministro dell’istruzione bavarese, per esempio, può prendere decisioni diverse da quello sassone. E non è detto che direttive severe dei ministeri siano la soluzione migliore, sostiene Dieter Lange, preside della Max-Tau Schule.
«Nella nostra scuola abbiamo discusso per mesi prima di arrivare al divieto, anche con le ragazze e i ragazzi. È importante che possano dire la loro. Devono imparare a essere autocritici nell’uso del telefono, non limitarsi a obbedire alle regole imposte dai docenti», spiega. Nell’assemblea scolastica dello scorso autunno è stato deciso il divieto. I genitori hanno ricevuto una lettera con cui venivano informati della nuova regola. In tutte le classi sono stati predisposti armadietti per i telefoni. Ragazze e ragazzi possono comunque portarli a scuola: molti, per esempio, nel telefono hanno l’abbonamento dell’autobus.
«Mi ha sorpreso la rapidità con cui si sono abituati alla nuova regola. Ho l’impressione che in molti casi siano perfino contenti», afferma Lange. «Il divieto del telefono è anche libertà».