Luisa Muraro, “Esserci davvero”
Nella Roveri
8 Ottobre 2025
da Cartavetro
Clara Jourdan cura questo Quaderno di via Dogana che accoglie la bibliografia completa di Luisa Muraro e soprattutto la conversazione del 2003, mai pubblicata, tra la filosofa e l’amica e curatrice, trascritta per la “Biblioteca de Mujeres” della Universidad Complutense di Madrid.
Chi ha seguito il pensiero di Luisa Muraro e si riconosce nel femminismo della differenza sessuale centellina questo libro e ne respira l’essenza piano, ritornando su passaggi complessi e fondamentali della storia propria e di tante altre.
Le domande di Clara Jourdan inducono Luisa a tracciare una storia personale, una biografia che intreccia passione culturale e politica e vicenda famigliare, con un preciso riferimento alla madre soprattutto e ai dieci tra sorelle e fratelli. Il clima del Veneto cattolico della sua infanzia e adolescenza la porta ad allontanarsi prima per un’esperienza di formazione a Lovanio e poi al collegio Marianum dell’Università Cattolica di Milano studentessa alla facoltà di filosofia.
Anni duri quelli della formazione universitaria, allieva del professor Bontadini, tuttavia anche fecondi per la ricerca culturale e per il modo di affrontare gli eventi, come le organizzazioni contro la guerra del Vietnam, il dissenso cattolico e la preparazione al Sessantotto. È il momento in cui conosce Elvio Facchinelli, nella facoltà occupata, e si avvicina a L’erba voglio, «un’aggregazione di donne e di uomini che avevano a che fare con le persone non adulte a vario titolo» e che riflettevano su antiautoritarismo, pedagogia, femminismo, psichiatria e antipsichiatria accanto ai temi dell’antimilitarismo e delle lotte operaie.
Ma il cuore del libro è nel racconto sulle ricerche a cui Luisa Muraro si dedica a partire dagli anni settanta, da quello che chiama “il femminismo sorgivo”, dal suo incontro con Lia Cigarini e dalla traduzione di Speculum di Luce Irigaray. Lì si incammina sul pensiero della differenza e comincia la scelta di trasformare donne anonime e vittime in soggetti parlanti della storia. Esce La Signora del gioco. Episodi della caccia alle streghe, da Feltrinelli nel 1976, poi Maglia o uncinetto. Racconto linguistico-politico sulla inimicizia tra metafora e metonimia e Guglielma e Maifreda. Storia di un’eresia femminista, nel 1985 quando si è appena costituita la comunità filosofica Diotima, a Verona, dove Luisa nel frattempo è diventata ricercatrice. La Libreria delle donne, che ha contribuito a fondare in via Dogana 2, a Milano, compie dieci anni ed è un luogo di scambio, di attività varie, di artiste, di teatro, di cinema. È anche il luogo in cui nasce, nel sottoscala, il libro collettivo Non credere di avere dei diritti a cui fa seguito il primo libro di Diotima, Il pensiero della differenza sessuale, perché, prendendo spunto da Irigaray, la differenza è pensiero.
Dalle due esperienze nasce L’ordine simbolico della madre, un libro della cui importanza Muraro si accorge grazie alle lettrici e al valore che esse attribuiscono alla sua scrittura.
Erano intanto cominciati, dopo Guglielma e Maifreda, l’interesse per le mistiche e la relazione con Romana Guarnieri che aveva portato alla luce l’opera di Margherita Porete, una beghina medievale, morta sul rogo come eretica. «Scopro questa cosa che si chiama convenzionalmente mistica femminile, questo nome divino della libertà femminile e questo nome femminile di Dio che è la libertà femminile». Il Dio delle donne, che esce per Mondadori nel 2003, insiste sulla differenza femminile e sullo spirito di libertà che le è proprio: saper rinunciare alle sicurezze delle dottrine perché «Dio possa capitare a questo mondo».