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da La Stampa

Come cittadine iraniane costrette a vivere fuori dall’Iran ma per questo libere di parlare a volto scoperto senza temere persecuzioni e arresti, vogliamo lanciare un appello urgente alla comunità internazionale affinché fermi gli attacchi contro le città iraniane da parte di Benjamin Netanyahu, accusato dalla Corte dell’Aja di crimini di guerra nei confronti della popolazione palestinese della striscia di Gaza. La società civile iraniana assiste inerme al prezzo più alto. Si tratta di una società civile giovane e progressista, che da anni lotta per porre fine alla dittatura religiosa della Repubblica Islamica con coraggio e determinazione, a costi altissimi. È la stessa società civile che, dopo l’assassinio di Mahsa Jina Amini, si è sollevata sostenendo il movimento “Donna, Vita, Libertà”. È stata la disobbedienza civile delle donne a far indietreggiare il regime, portando il Paese a un cambiamento sociale ormai irreversibile. Il popolo iraniano è sceso in piazza a mani nude, sfidando arresti, torture, detenzioni arbitrarie e morte: non ha chiesto l’intervento militare di potenze straniere per abbattere il regime, ha chiesto invece il riconoscimento e il sostegno al cammino verso la libertà e la giustizia intrapreso da chi, da oltre quarant’anni, promuove i valori di democrazia e uguaglianza. Oggi le voci più autorevoli di questa società civile sono sorvegliate a vista. Ogni loro parola sulla crisi attuale può costare il carcere. Eppure è a loro che dobbiamo dare ascolto, non ai missili.

Gli attacchi degli ultimi giorni, che nonostante la retorica bellica colpiscono sì i pasdaran ma anche civili e oppositori, non porteranno la libertà. Israele, o qualsiasi altra potenza straniera, non può e non deve essere l’artefice del cambiamento in Iran. L’Iran sarà libero. Ma sarà libero grazie alle sue figlie e ai suoi figli. Non con la violenza esterna, ma con la forza di una società civile che continua a resistere.

Chiediamo a chiunque creda nei valori della pace e dei diritti umani di condannare fermamente, e con indignazione, l’uccisione di civili in Iran e nel resto del mondo, scendendo in piazza, firmando petizioni e promuovendo ogni azione utile per fare pressione sulla comunità internazionale affinché fermi un altro massacro. Fate tutto ciò che è in vostro potere per fermare questa pericolosa escalation militare.

La storia dell’umanità insegna che nella guerra non ci sono vincitori: tutti ne escono sconfitti. La democrazia non può essere realizzata attraverso la guerra e la distruzione.