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da QUATTRO. Giornale di informazione e cultura della zona 4

Importante realtà e riconosciuta protagonista del femminismo italiano, la Libreria delle donne è centro culturale e luogo storico di incontri, iniziative sociali e artistiche.

Dal 2001 con sede in via Pietro Calvi 29, la Libreria è stata fondata nel 1975 in via Dogana 2 da un gruppo di donne considerando l’idea della Libraire des femmes di Parigi, di raccogliere e far circolare opere femminili del passato e del presente, scegliendo, diversamente dal progetto francese, di trattare soltanto opere di donne. Una decisione innovativa intesa a valorizzare l’importanza di conoscere ciò che le altre donne hanno pensato prima, creando una genealogia femminile. La Libreria, insieme ad alcune donne dell’Udi (Unione donne italiane), apre nel 1990 il Circolo della rosa di Milano, che è stato definito «il salotto più comodo del femminismo più scomodo» e che si trova nel grande spazio attualmente collegato alla libreria dedicato a incontri su politica, letteratura, arte e musica.

Autrice, editrice di libri e pubblicazioni fra cui le riviste Via Dogana e Aspirina, la Libreria delle donne possiede un archivio prezioso e un fondo di testi esauriti e introvabili.

La programmazione delle iniziative, proposte dalle socie, è sempre ideata con l’intento di promuovere la libera circolazione del sapere femminile e la pratica di relazione. Alla presentazione del calendario 2025 per i cinquant’anni, in occasione della conferenza stampa del 25 gennaio, è stato dichiarato: «questo traguardo è solo una tappa nel percorso e nella storia del femminismo, siamo convinte che il movimento delle donne, nato dalla libertà guadagnata con pochi mezzi e ben radicato nell’ascolto di sé in relazione con altre, sia imprescindibile per ripensare l’agire politico per tutte e tutti, Creatività e relazioni, al di là dei rapporti di potere, sono il cuore pulsante di una trasformazione possibile».

A illustrare il programma per la celebrazione, gli interventi significativi e le testimonianze di tre donne di diverse generazioni. Giordana Masotto, socia fondatrice e prima libraia, dichiara «È il momento di ripensare agli inizi, al fervore intenso degli anni Settanta, ai piccoli gruppi di autocoscienza che si trovavano nelle case: un parlarsi che è stata la prima rottura del privato. Tutto ciò che abbiamo realizzato è stato possibile perché fatto con altre, sono grata a tutte le donne con le quali abbiamo collaborato in questi cinquant’anni e alle nuove generazioni che raccolgono questa eredità e la rigenerano».

Laura Colombo, appartenente alla generazione successiva di femministe, ricorda: «sono arrivata alla Libreria verso la fine dello scorso millennio, tramite il Gruppo Lavoro e ho trovato una radicalità di pensieri, una risorsa incredibile per me che restituiva tanta libertà. Nel 2001 abbiamo aperto un’ulteriore vetrina della Libreria in rete ed è nato il sito, una scommessa riuscita. La Libreria è una storia che continua, ad esempio con i progetti con le scuole milanesi, in particolare con il Liceo classico Manzoni e le liceali sono in costante dialogo con noi».

«Pensare insieme ha completamente cambiato la mia prospettiva, il mio modo di vivere e lavorare – spiega Giorgia Basch, trentaduenne e fra le ultime unitesi alla Libreria. – È importante questo femminismo della differenza ed è importante parlarne di persona, io sono venuta qui nel 2020 perché sentivo il bisogno di partecipare dal vivo».

Fra le iniziative citiamo i quattro incontri con le editrici femministe (primo il 15 febbraio con Enciclopedia delle donne), le presentazioni dei numeri di Via Dogana Speciale 50 anni, il ciclo di letture sceniche, curate da Ombretta De Biase, che attraverso il teatro portano in vita alcune figure femminili (8 marzo Lina Merlin e 15 marzo Simone Weil), il ciclo di incontri mensili dedicati al dialogo fra scienza e arte, curati da Francesca Pasini e Cristina Rossi.

Questi contenuti, la storia e l’impegno profuso sono espressione di partecipazione e progresso.